Intervista rilasciata a maggio 2017
"Non gettare mai la spugna, soprattutto all’inizio: la determinazione è un’ottima alleata all’inizio di qualsiasi percorso o nuova esperienza."
1) NOME - COGNOME
Matteo Iacovella
2) AZIENDA ATTUALE PRESSO CUI SEI IMPEGNATO E RUOLO
Confederazione Svizzera - Dipartimento federale degli affari esteri, Traduttore e revisore, Berna (Svizzera)
3) FORMAZIONE PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE: CORSO DI STUDI/MASTER/DOTTORATO
Laurea magistrale in Traduzione specialistica e Interpretazione di conferenza (curriculum integrato)
4) QUALE È STATA LA TUA PRIMA ESPERIENZA DI LAVORO DOPO LA LAUREA? CREDI TI SIA SERVITA PER ENTRARE A FAR PARTE DELL’AZIENDA PER CUI LAVORI?
Ho iniziato a lavorare come traduttore freelance con un’agenzia; tre mesi dopo la laurea ho iniziato uno stage di un anno come traduttore presso la Confederazione Svizzera a Berna. Pur trattandosi di uno stage, io la considero un’esperienza professionale a tutti gli effetti: senza quell’anno di formazione non sarei riuscito a superare il concorso nel Dipartimento in cui lavoro. Chi studia traduzione poi lo sa bene: l’esercizio è il miglior maestro.
5) PUOI SPIEGARE QUALI SONO LE TUE MANSIONI E LE RESPONSABILITÀ CHE RICOPRI?
Principalmente mi occupo di traduzione di testi dal tedesco, dal francese e, a volte, dall’inglese verso l’italiano e di revisioni di testi tradotti. Gli ambiti di lavoro sono molto eterogenei: diritti umani, politica estera, migrazione, relazioni bilaterali e multilaterali, uguaglianza di genere, tutela delle minoranze, relazioni con l’UE e con le organizzazioni internazionali… Anche i generi testuali variano molto: si va dai comunicati stampa ai bandi di concorso, passando per rapporti, siti internet di eventi culturali, leggi, ordinanze, interviste, lettere a ministri, capi di Stato e di Governo, interventi parlamentari… Mi occupo anche di terminologia e di consulenza linguistica per i committenti.
6) QUALI SONO LE COMPETENZE O CARATTERISTICHE CHE SECONDO TE TI HANNO PERMESSO DI RAGGIUNGERE I TUOI OBIETTIVI PROFESSIONALI?
Va da sé che sono necessarie conoscenze approfondite delle lingue di lavoro, spiccate competenze interculturali e ottime capacità redazionali in italiano. Mi piace anche ricordare che la traduzione, contrariamente a quanto si crede, non è un lavoro da lupi solitari. Se da un lato molte decisioni spettano a chi traduce e, in questo senso, c’è bisogno di grande senso di responsabilità e autonomia nel proprio lavoro, dall’altro non è un mestiere che si svolge in completa solitudine. La collaborazione è essenziale – con clienti e colleghi prima di tutto – e per questo servono grande apertura mentale, flessibilità, spirito di squadra, orientamento alle richieste del cliente e del pubblico che leggerà la traduzione. La traduzione in fondo è un’attività a forte vocazione sociale. Altre qualità e competenze che ritengo importanti in questo mestiere sono curiosità, voglia di imparare, concentrazione, precisione, senso della qualità.
7) COSA CONSIGLIERESTI A UN NEOLAUREATO CHE DESIDERA INTRAPRENDERE LA TUA PROFESSIONE?
Non ho soluzioni pronte per chi vuole intraprendere questo percorso, ma solo qualche consiglio che vale in generale per il mondo del lavoro. In questo settore la selezione è dura e la concorrenza forte, soprattutto se si lavora con combinazioni linguistiche molto diffuse come la mia; bisogna arrivare preparati, senza però mai abbandonare la voglia di imparare e la curiosità di cui sopra. Consiglio di giocare d’anticipo, non smettendo mai di studiare e di perfezionarsi: ogni competenza o conoscenza è preziosa. In ogni caso è molto importante non gettare mai la spugna, soprattutto all’inizio; la determinazione è un’ottima alleata all’inizio di qualsiasi percorso o nuova esperienza. Per questo non bisogna vedere un insuccesso professionale – per esempio una candidatura non accettata – come una sconfitta personale, ma come un’occasione per misurarsi con se stessi, imparare a conoscersi e, da ultimo, migliorarsi. Chi vuole svolgere questa professione, che sia da libero professionista o da dipendente o funzionario, deve essere mosso da un profondo e sincero interesse: i ritmi possono essere davvero molto serrati e i testi da tradurre complessi o poco esaltanti. L’importante è non perdere mai l’entusiasmo. Una traduzione ben riuscita dà grande soddisfazione e ripaga di tante fatiche. Un ultimo consiglio che mi sento di dare, che come i precedenti vale per tutte le professioni, è di saper mettersi e rimettersi in gioco, senza avere paura di lanciarsi in nuove esperienze.