Intervista rilasciata a marzo 2024
"Sfruttare ogni occasione per imparare qualcosa, anche se non sembra inerente all’ambito in cui ci si vuole specializzare."
1) NOME- COGNOME
Elena Graffi Brunoro
2) AZIENDA ATTUALE PRESSO CUI SEI IMPEGNATO, RUOLO E SEDE
Libero Professionista e collaboratrice presso Psicologi dello Sport Italia (Padova)
3) FORMAZIONE PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE: CORSO DI STUDI/MASTER/DOTTORATO
Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche
4) ULTERIORE FORMAZIONE (PRESSO ALTRI ISTITUTI UNIVERSITARI: CORSI DI STUDIO/MASTER/DOTTORATI DI RICERCA)
Laurea Magistrale in Psicologia Cognitiva Applicata presso Università di Padova
Master in Psicologia e Coaching nello Sport presso C.I.S.S.P.A.T. Padova
5) CI RACCONTI QUALCOSA DI TE?
Ho vissuto all’interno del mondo sportivo fin da piccola, prima come atleta di sci alpino ed ora come allenatrice e psicologa dello sport.
La carriera sportiva mi ha spinta ad appassionarmi al mondo della psicologia; dopo il percorso di laurea ho svolto un Master in Psicologia dello Sport, diversi tirocini sempre in quest’ambito dove ho potuto visionare l’uso della tecnologia di biofeedback con atleti professionisti ed ora mi occupo di consulenza e formazione nell’ambito della psicologia dello sport.
Collaboro con atleti dei settori giovanili di diverse squadre sportive e federazioni, in particolare con le discipline del basket, rugby, baseball e sci alpino.
Nell’ambito della formazione mi occupo dell’area psicologico-didattica nei corsi di formazione maestri di sci alpino, snowboard e sci di fondo del Friuli-Venezia Giulia. Inoltre, ho collaborato con un liceo scientifico sportivo ad un progetto per promuovere la psicologia dello sport anche tra i più giovani.
6) COSA TI APPASSIONA DEL TUO LAVORO?
Il mondo dello sport ha sempre fatto parte di me e avere la possibilità di poterlo vivere anche nel mio lavoro è sicuramente una grande fortuna. La possibilità di poter seguire gli atleti nel loro percorso e di poterli aiutare a superare momenti di difficoltà è sicuramente la cosa che più mi dà soddisfazione.
7) COSA PORTI CON TE DELL’ESPERIENZA DI STUDIO ALL’UNIVERSITÀ DI TRIESTE?
Presso l’Università di Trieste ho frequentato il mio primo corso di Psicologia dello Sport, in cui ho capito veramente quelli che sono i ruoli di uno psicologo in quest’ambito. Da atleta ho sempre pensato che un supporto in quest’ambito fosse importante ed è ciò che mi ha spinto a voler intraprendere questo percorso di studi. In università ho capito come poter aiutare gli atleti ed imparato che c’è molto di più del solo miglioramento della performance, ma si tratta di poter aiutare gli atleti ad esprimere il loro potenziale.
In più, durante i miei studi triennali all’Università di Trieste ero ancora un’atleta in attività e nel 2017 ho partecipato alle Universiadi Invernali in Kazakistan, una delle esperienze più belle che abbia mai fatto.
8) QUALI SONO LE COMPETENZE O CARATTERISTICHE INDISPENSABILI PER IL TUO LAVORO?
Prima di essere psicologi dello sport si è psicologi, quindi possedere una buona capacità di ascolto, permetterà poi di poter fornire il sostegno di cui gli atleti hanno bisogno. È importante valutare le esigenze specifiche dell’atleta attraverso test, questionari ed interviste - strutturate o meno - che abbiano un fondamento scientifico, per poi poter costruire dei piani di intervento personalizzati. Anche le tecniche specifiche che possono essere usate nell’aiutare gli atleti devono avere i loro fondamenti in teorie scientifiche.
In più, all’interno del contesto sportivo lo psicologo spesso è tenuto a lavorare con un’equipe multidisciplinare (per esempio nel caso di un percorso di recupero da un infortunio). Risulta quindi significativa anche la capacità di collaborare all’interno di un gruppo e comunicare in maniera efficace.
Infine, ma non per ordine di importanza, lo psicologo dello sport deve conoscere il contesto sportivo. È importante che conosca le regole del gioco, la terminologia propria dello sport, ma anche le pressioni e le sfide che gli atleti possono affrontare in quello specifico contesto competitivo.
9) COSA CONSIGLIERESTI A UN NEOLAUREATO CHE HA INIZIATO LA RICERCA DEL PRIMO IMPIEGO?
Innanzitutto, di avere fiducia in sé e nelle proprie capacità!
Nonostante ognuno di noi abbia un suo “lavoro dei sogni”, all’inizio può essere utile fare diverse esperienze; non scartare a priori un’opportunità lavorativa perché magari non è quello che si vorrebbe fare per il resto della propria vita. Ogni occasione è utile per imparare qualcosa; al giorno d’oggi le cosiddette soft skills (o abilità trasversali) sono sempre più considerate nel contesto lavorativo. Più sarà ampio il proprio bagaglio di competenze, professionali e non, più si potrà essere versatili e flessibili.
Non è sempre facile trovare lavoro appena usciti dall’università, per cui nel frattempo potrebbe essere utile accrescere le proprie conoscenze e competenze partecipando ad iniziative, seminari o conferenze nell’ambito di interesse. In più, il tirocinio pre-laurea può essere una buona occasione per espandere la propria rete professionale di relazioni e contatti.