Intervista rilasciata a maggio 2017
"Non rifuggire mai dalle nuove opportunità e sii pronto alla mobilità in Italia o all’estero."
1) NOME - COGNOME
Stefano Menzo
2) AZIENDA ATTUALE PRESSO CUI SEI IMPEGNATO E RUOLO
Università Politecnica delle Marche, Professore Associato, Ancona
3) FORMAZIONE PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE: LAUREA/MASTER/DOTTORATO
Laurea ante riforma in Medicina e Chirurgia
4) PUOI SPIEGARE QUALI SONO LE TUE MANSIONI E LE RESPONSABILITÀ CHE RICOPRI?
Come professore universitario per il settore disciplinare MED/07 (Microbiologia e Virologia), sono titolare di cattedra di diversi corsi presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia. In quanto virologo, sono coinvolto in diversi progetti di ricerca nel campo della virologia clinica, in particolare sulle infezioni da HIV, dei virus epatitici e dei papillomavirus. Inoltre, in convenzione con l’azienda sanitaria “Ospedali Riuniti” di Ancona, svolgo servizio assistenziale come dirigente (attualmente facente funzioni di Direttore) presso il laboratorio di Virologia dell’Azienda.
5) QUALI SONO STATE LE TUE PRIME ESPERIENZE DI LAVORO DOPO LA LAUREA? CREDI SIANO SERVITE PER ARRIVARE ALLA TUA POSIZIONE ATTUALE?
Le mie prime esperienze di lavoro si sono divise tra la Scuola di Specializzazione in Microbiologi e Virologia dell’Università di Padova (a Trieste non c’era) e le prime esperienze di ricerca in virologia molecolare, inizialmente presso l’ICEB di Trieste, in seguito presso il laboratorio di Virologia dell’Ospedale di Ancona. Per un anno, grazie a una tecnologia di quantificazione molecolare innovativa, sviluppata nei laboratori italiani dove lavoravo, ho anche lavorato a un progetto di ricerca sull’HIV presso il laboratorio di Immunoregolazione dell’NIH (Bethesda, MD, USA), diretto dal Dr. Anthony Fauci.
6) IN CHE MODO IL TUO PERCORSO DI STUDI HA INFLUITO SULLE TUE SCELTE PROFESSIONALI?
Ricordo che le mie scelte professionali (cioè dedicarmi all’attività di ricerca in medicina) fossero già abbastanza chiare prima ancora di iscrivermi all’università. Tuttavia il percorso di studi ha senz’altro focalizzato il mio interesse verso le materie microbiologiche e la virologia in particolare, grazie all’interesse che i docenti che incontrai in tale percorso seppero infondermi.
7) COSA PORTI CON TE DELL’ESPERIENZA DI STUDIO ALL’UNIVERSITÀ DI TRIESTE?
Senz’altro ricordo gli anni di studio all’Università di Trieste come i più entusiasmanti della mia vita, naturalmente non solo per i contenuti didattici del percorso, ma sicuramente anche grazie a questi. In particolare ricordo le amicizie consolidate durante la partecipazione ai corsi di studi (che ancora durano, nonostante il mio trasferimento in diverse città). Ricordo anche lo spirito di collaborazione che si era creato con molti docenti (non solo quelli con cui poi ho avviato la mia attività di ricerca), che ha contribuito a infondere passione nei miei studi e a renderli gradevoli permettendomi di portarli avanti senza sforzo.
8) COSA CONSIGLIERESTI A UN NEOLAUREATO CHE DESIDERA INTRAPRENDERE LA TUA PROFESSIONE?
La professione di ricercatore e docente universitario secondo me dovrebbe per forza partire da una passione già viva durante il percorso di studi. Questa passione dovrebbe aiutare a superare tutte le difficoltà economiche e personali che si incontrano in questo tipo di carriera. In particolare, la penuria di risorse nel settore della ricerca in Italia è purtroppo nota e ingravescente da anni e rischia di scoraggiare sul nascere anche i più appassionati. Cercare un percorso all’estero, oltre che rappresentare un periodo formativo molto importante, potrebbe diventare un’alternativa percorribile. Mai rifuggire dalle nuove opportunità ed essere pronti alla mobilità in Italia o all’estero, ma se si desidera però comunque ritornare in Italia, meglio inserire un eventuale periodo all’estero in un contesto relativamente già strutturato della propria carriera in Italia.